Piccole imprese e grande responsabilità: verso una nuova cultura del lavoro

 

Piccole imprese e grande responsabilità:

verso una nuova cultura del lavoro

di Carlo Silvano

La tutela delle piccole e medie imprese è una necessità strategica per lo Stato italiano. Esse rappresentano l’ossatura produttiva del Paese, custodiscono saperi, radicamento territoriale, occupazione e coesione sociale. Senza un sostegno concreto alle PMI – sul piano fiscale, energetico, creditizio e burocratico – l’Italia rischia una progressiva desertificazione economica e industriale. Tuttavia, la difesa delle piccole imprese non può tradursi in una deresponsabilizzazione sul piano dei diritti del lavoro. Accanto alle politiche di sostegno pubblico, è indispensabile avviare una nuova cultura imprenditoriale che superi definitivamente una mentalità padronale ancora troppo diffusa, soprattutto nelle realtà di dimensioni ridotte.

In molte piccole e medie imprese italiane persiste una visione del rapporto di lavoro sbilanciata, nella quale il dipendente è percepito come un costo da comprimere o come una presenza subordinata da controllare, piuttosto che come una risorsa umana da valorizzare. Questa impostazione non solo mortifica la dignità dei lavoratori, ma finisce per danneggiare la stessa impresa, alimentando conflitti interni, calo di produttività, fuga di competenze e un clima lavorativo malsano. Tra le espressioni più gravi di questa deriva vi sono pratiche come il mobbing, le pressioni psicologiche, la precarizzazione sistematica e l’abuso di ruoli gerarchici, spesso tollerati perché “così fan tutti” o perché l’azienda è piccola.

Combattere queste distorsioni non significa criminalizzare l’imprenditore, ma aiutarlo a crescere insieme alla propria impresa. Una PMI moderna deve saper riconoscere che il valore prodotto nasce dalla collaborazione tra capitale e lavoro, non dalla sopraffazione. Valorizzare i dipendenti vuol dire investire nella formazione, garantire ambienti di lavoro rispettosi, ascoltare le esigenze delle persone, prevenire conflitti e tutelare la salute fisica e psicologica dei lavoratori. Un’azienda che combatte il mobbing e promuove il rispetto non è solo più giusta: è anche più solida, più innovativa e più capace di affrontare le sfide del mercato.

Lo Stato, da parte sua, deve accompagnare questo cambiamento culturale. Non basta erogare incentivi o protezioni se non si afferma con chiarezza che ogni sostegno pubblico implica una responsabilità sociale. Le politiche a favore delle PMI dovrebbero essere sempre più legate alla qualità del lavoro offerto, alla stabilità occupazionale, alla correttezza dei rapporti interni. Tutelare l’impresa e tutelare il lavoratore non sono obiettivi contrapposti, ma due facce della stessa scelta di civiltà.

Solo superando la logica del “padrone” e affermando quella dell’imprenditore responsabile sarà possibile costruire un’economia realmente al servizio dell’uomo. Le piccole e medie imprese possono essere luoghi di sfruttamento o laboratori di dignità: la differenza non la fa la dimensione aziendale, ma la cultura che la guida.

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Il presente blog è curato da Carlo Silvano, autore di numerosi libri. Per informazioni cliccare sul collegamento alla Libreria Feltrinelli: Libri di Carlo Silvano su Feltrinelli 

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